Scrivo. Pubblico dal 2009, ma... Scrivo da quando da bambina seminavo per casa dei biglietti per mia madre, per porle domande che mi imbarazzava farle di persona. Scrivo da quando mettevo altri biglietti per lei con disegni o cose del genere, per dirle che le volevo bene. Perchè non sono mai riuscita a dirglielo a voce. Gliel'ho detto solo una volta. Ricordo giorno, mese anno, l'ora, il luogo in cui gliel'ho detto. Era il 6 febbraio 2011, verso le due di pomeriggio. Ho scritto nella mia mente, quando da piccola mi obbligavo a fermare la mia mano su quella penna, su quel foglio, perchè io, non ero in grado di scrivere. Se anche avessi scritto, chi avrebbe letto le mie schifezze? Ho continuato a scrivere con quella penna su quel maledetto foglio, fregandomene del pensiero altrui, fregandomene se non ero in grado. Scrivo, ora, su questo computer, batto le mie dita sulla testiera, scrivendo storie che non verranno ricordate da nessuno, se non da me, perchè sono mie, perchè. Sono. Me.
Ascolto. Ascolto musica fino ad assordarmi, ma no me ne frega niente. La musica non mi fa pensare. Pensare a me, a questa realtà in cui sono obbligata a vivere, ma che non mi piace. E non riesco a cambiarla.


sabato 25 agosto 2012

OLD... - Spoiler capitolo 15

Un grande applauso agli smartphone che, potendoci scrivere interi documenti Word, mi salvano la vita (quella da scrittrice, perlomeno!)!
Ebbene, non riuscendo a mettermi ferma su un foglio a scrivere capitoli, ho iniziato ad annotare le idee che mi venivano durante la giornata sul mio cellulare, riuscendo così a scrivere già ben due capitoli.
Soprattutto, sono riuscita a scrivere il capitolo quindici, quello che posterò giovedì e devo dire che... mi è riuscito bene!
Lo spero, per lo meno.
È un capitolo importante perché parla di diversi momenti che cambieranno la vita dei nostri personaggi (più o meno) preferiti.
Ora mi zittisco, vi lascio allo spoiler!


«...Il problema subentrerebbe nel caso lui... lui tornasse. Se tornasse avrebbe il cento per cento dei diritti di abitare quella casa e...» si fermò un attimo, guardandomi addolorato. «E tu... saresti costretta a vivere con lui perchè... siete sposati.» concluse mio padre.


[...]
«In questi giorni sto giusto cercando una maniera per permetterti di opporti o di comunque farti uscire da questa situazione nel caso lui ritorni a Chicago. Cosa di cui io, personalmente, dubito. Non credo che quel ragazzino avrà mai il coraggio di tornare qui, a Chicago, dopo quello che ha combinato» disse. «Ma se anche lo facesse, ti assicuro, bambina mia, che non avrà vita facile...».

Ook, non è niente di speciale, ma fa parte della prima parte del capitolo.
Sì, potrei dire che questo capitolo sarà diviso in tre parti, consistenti tre momenti diversi.
Spero davvero vi piacerà,
a giovedì!

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