Scrivo. Pubblico dal 2009, ma... Scrivo da quando da bambina seminavo per casa dei biglietti per mia madre, per porle domande che mi imbarazzava farle di persona. Scrivo da quando mettevo altri biglietti per lei con disegni o cose del genere, per dirle che le volevo bene. Perchè non sono mai riuscita a dirglielo a voce. Gliel'ho detto solo una volta. Ricordo giorno, mese anno, l'ora, il luogo in cui gliel'ho detto. Era il 6 febbraio 2011, verso le due di pomeriggio. Ho scritto nella mia mente, quando da piccola mi obbligavo a fermare la mia mano su quella penna, su quel foglio, perchè io, non ero in grado di scrivere. Se anche avessi scritto, chi avrebbe letto le mie schifezze? Ho continuato a scrivere con quella penna su quel maledetto foglio, fregandomene del pensiero altrui, fregandomene se non ero in grado. Scrivo, ora, su questo computer, batto le mie dita sulla testiera, scrivendo storie che non verranno ricordate da nessuno, se non da me, perchè sono mie, perchè. Sono. Me.
Ascolto. Ascolto musica fino ad assordarmi, ma no me ne frega niente. La musica non mi fa pensare. Pensare a me, a questa realtà in cui sono obbligata a vivere, ma che non mi piace. E non riesco a cambiarla.


domenica 23 settembre 2012

OLD - Spoiler capitolo 19

Buona domenica!
Ritardo di un giorno, me ne dispiaccio, come anche dello spoiler che non sarà troppo lungo.
Oggi ho la connessione internet che va molto poco, e in quei piccoli momenti in cui funziona è lentissima: una cosa che non sopporto!

«Regie... tesoro, adesso faccio chiamare tuo padre, va bene? Risolveremo la situazione...»

«Aveva ragione...» mormorai, «Aveva ragione papà. È tornato e vuole rinsediarsi nella mia vita come se nulla fosse successo. Vuole vivere in casa mia, vuole che faccia da balia al suo bambino, vuole che faccia la moglie sottomessa, un'altra volta!» gridai sbattendo un pugno sul cuscino del divano per sfogare la mia frustrazione.

Capitolo interamente dal punto di vista di Regina, che riprenderà dal momento in cui l'avevamo lasciata al capitolo diciassette, quando lei scappava dalla casa matrimoniale per andarsene dalla madre.
Casualità, Alxander ha impiegato il capitolo diciotto a chiedere consiglio alla madre, in questo, Regina si confiderà con la sua.
Un bacio,
a presto!

domenica 16 settembre 2012

OLD - Spoiler capitolo 18


Un giorno di ritardo, perdonnez-moi!
Mia zia dalla Lombardia è venuta a trovarci per un week-end e solo adesso è uscita con mia madre lasciandomi il tempo di fare quel che più mi va!
Spoiler veloce, veloce di un capitolo che non prevedo avrà grandi colpi di scena.
Ce ne sono stati già troppi nei due precedenti!

La sua espressione stupita e sconvolta fu quasi un colpo al cuore. «Ale-Alexander?»
«Buon pomeriggio, mamma.» mormorai.
«Cosa... Oddio, vieni dentro, intanto!» esclamo scostandosi e gesticolando agitata.
Varcai l'uscio, stranamente imbarazzato.
Era mia madre, ero nella casa in cui ero nato e cresciuto, avevo ricordi legati ad ogni oggetto presente ma mi sentivo quasi un estraneo.

Ci "vediamo" giovedì,
un bacio!

sabato 8 settembre 2012

OLD... - Spoiler capitolo 17


Buon giorno!
Uh, è il mio ultimo week-end da ragazza-in-vacanza.
Davvero, ancora non riesco a capacitarmi che mercoledì inizierà il mio ultimo, in assoluto, anno di scuola. o.O
Comunque, eccovi qui lo spoiler del diciassettesimo capitolo.
Pov di Regina.

Avvicinandomi a casa cercai nella borsa le chiavi, non accorgendomi delle occhiate che mi lanciavano i miei vicini.
Le notai solo quando, trovato ciò che cercavo, mi fermai davanti al mio piccolo cancello e vidi la mia vicina osservarmi incuriosita dalla finestra.
Appena si accorse del mio sguardo, chiuse la tenda e scappò via.

Vi avviso, se i vicini la spiano, un motivo c'è.
* suspense*
A giovedì,
un bacio!

sabato 1 settembre 2012

OLD... - Spoiler capitolo 16


Buongiorno!
Uff, quanta pioggia, io rivoglio il sole!
Comunque, lo scorso capitolo mi sembra vi sia piaciuto e ne sono davvero felice: spero sarà lo stesso con i prossimi.
Intanto, eccovi lo spoiler del capitolo sedici:

Da lì, seduto per terra, col capo appoggiato al muro accanto alla porta, ascoltai ogni gemito, ogni urlo di dolore da parte di Elizabeth.
Ascoltai le imprecazioni della coppia che era soccorsa in nostro aiuto e capii che, forse, Elizabeth aveva già capito qualcosa.
Un pianto infantile, mi fece voltare inizialmente il capo verso la cucina, preoccupato che Jeremy, lasciato da solo, si fosse fatto male.
Ma poi lui arrivò, con un disegno in una mano e qualche pastello nell'altra, sorridente.
Così mi alzai di fretta e aprii la porta, incurante dei rimproveri.
Era mio figlio.

È nato!
A giovedì!