Scrivo. Pubblico dal 2009, ma... Scrivo da quando da bambina seminavo per casa dei biglietti per mia madre, per porle domande che mi imbarazzava farle di persona. Scrivo da quando mettevo altri biglietti per lei con disegni o cose del genere, per dirle che le volevo bene. Perchè non sono mai riuscita a dirglielo a voce. Gliel'ho detto solo una volta. Ricordo giorno, mese anno, l'ora, il luogo in cui gliel'ho detto. Era il 6 febbraio 2011, verso le due di pomeriggio. Ho scritto nella mia mente, quando da piccola mi obbligavo a fermare la mia mano su quella penna, su quel foglio, perchè io, non ero in grado di scrivere. Se anche avessi scritto, chi avrebbe letto le mie schifezze? Ho continuato a scrivere con quella penna su quel maledetto foglio, fregandomene del pensiero altrui, fregandomene se non ero in grado. Scrivo, ora, su questo computer, batto le mie dita sulla testiera, scrivendo storie che non verranno ricordate da nessuno, se non da me, perchè sono mie, perchè. Sono. Me.
Ascolto. Ascolto musica fino ad assordarmi, ma no me ne frega niente. La musica non mi fa pensare. Pensare a me, a questa realtà in cui sono obbligata a vivere, ma che non mi piace. E non riesco a cambiarla.


mercoledì 9 novembre 2011

Chiamiamolo capitolo 14b. (Spoiler)

Rieccoci al nostro appuntamento infrasettimanale dello spoiler.
Rinnovo le mie scuse per lo scorso capitolo: corto, diviso in due.
Per questo motivo, il prossimo capitolo non sarà detto 15 ma 14 b. È un vero e proprio proseguimento del 14, e non mi sembra giusto renderlo proprio del tutto un altro capitolo.
Lasciate perdere, sono pensieri intricati di una persona strana e complessata. Tanto.
Comunque, aggiungo altra suspense con questo spoiler...
A voi!

«Sono qui, Bella... Sono io» mi palesai, sistemandomi davanti di lei.
Seduta sul divano, si stringeva le gambe al petto e la testa appoggiata sulle ginocchia, mentre tra le mani teneva stretti il cellulare e la pistola che le avevo dato quella mattina.
Alzo il viso, osservandomi e quando capì chi ero, scoppiò in lacrime, buttandosi tra le mie braccia.
Sgranai gli occhi, guardando il suo viso...


A sabato, donzelle!

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