Scrivo. Pubblico dal 2009, ma... Scrivo da quando da bambina seminavo per casa dei biglietti per mia madre, per porle domande che mi imbarazzava farle di persona. Scrivo da quando mettevo altri biglietti per lei con disegni o cose del genere, per dirle che le volevo bene. Perchè non sono mai riuscita a dirglielo a voce. Gliel'ho detto solo una volta. Ricordo giorno, mese anno, l'ora, il luogo in cui gliel'ho detto. Era il 6 febbraio 2011, verso le due di pomeriggio. Ho scritto nella mia mente, quando da piccola mi obbligavo a fermare la mia mano su quella penna, su quel foglio, perchè io, non ero in grado di scrivere. Se anche avessi scritto, chi avrebbe letto le mie schifezze? Ho continuato a scrivere con quella penna su quel maledetto foglio, fregandomene del pensiero altrui, fregandomene se non ero in grado. Scrivo, ora, su questo computer, batto le mie dita sulla testiera, scrivendo storie che non verranno ricordate da nessuno, se non da me, perchè sono mie, perchè. Sono. Me.
Ascolto. Ascolto musica fino ad assordarmi, ma no me ne frega niente. La musica non mi fa pensare. Pensare a me, a questa realtà in cui sono obbligata a vivere, ma che non mi piace. E non riesco a cambiarla.


mercoledì 11 gennaio 2012

Chi non muore, si rivede.

Forse le vacanze, forse il Natale, forse l'anno nuovo, mi hanno portato a scrivere. Ho scritto davvero tanto in questi giorni di festa.
Ecco perché, come rituale del mercoledì vi allego alla fine un piccolo spoiler del capitolo 20!
Sabato aggiornerò, spero davvero di trovarvi ancora tutte!


«Lei... Cioè, tu...» mi corressi «non hai mai paura? Quando tuo marito esce... quando Emmet ed Edward...»
Lei sospirò, concludendo il suo lavoro infornando una grande pentola.
Poi si voltò verso di me, asciugandosi le mani su un asciugapiatti.
«Sempre» rispose sedendosi davanti a me sull'isola della cucina «sempre» ripeté. «Tu hai paura per Edward?».

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